Capitolo III
Il passato di Marco
Due ore
dopo…
-Finalmente
ti sei risvegliato- disse Sofia.
Marco aprì
gli occhi e la prima cosa che vide fu il sorriso nel volto della ragazza
-G
...Grazie… - mormorò Marco.
-So che non
è il momento migliore per chiederlo… Ma cos’è successo a Brescia? – chiese
curiosa ed allo stesso tempo preoccupata.
- È il
momento che io ti racconti la mia storia- disse sospirando Marco.
- L’anno
scorso, quando le squadre repressive erano costantemente attive, Louis, mio
amico di sempre e mentore, ed io, ci recammo a Brescia dove lui aveva fondato
il suo clan ribelle. Era cinque anni più grande di me e lo consideravo come un
fratello. Fin da subito fui accolto come un fratello anche dagli altri membri
del gruppo. Jasmine era la fidanzata di Louis, era l’ingegnere del clan. Fu
grazie alle conoscenze dei due che ebbero origine i miei “guanti”. È tutto ciò
che mi resta di loro. – disse tristemente Marco-mi sono rifugiato in luoghi
diversi e alle volte bizzarri, finché non mi hanno trovato, poi il resto della
storia lo conosci–.
-Mi dispiace
tanto, ma cosa è successo al clan- chiese ancor più curiosa Sofia.
-Quell’orribile
giorno- continuò- i lanceri di Rebecca ci trovarono. Erano il triplo di noi, e
combattemmo fin da subito con tutte le nostre forze, ma non ci fu storia. Fummo
decimati immediatamente. Riuscimmo a fuggire in cinque ma due di noi furono
raggiunti ed uccisi immediatamente. Io, Louis e Jasmine eravamo gli ultimi
rimasti, ma Rebecca e due dei suoi lanceri continuavano ad inseguirci. Io ero
il più lento tra di noi, i due lanceri mi raggiunsero ma Louis e Jasmine li
misero subito fuori gioco colpendoli direttamente al cuore con due frecce.
Continuai a fuggire con tutte le mie forze. A pochi metri da noi c’erano le
rovine di una città, forse Iseo, l’ideale era nascondersi lì finché non fossero
andati via, ma...Dietro di me correva sempre più velocemente Rebecca. Louis la
affrontò invitando me e Jasmine a fuggire. Alle nostre spalle udimmo le lame
della spada di Louis e della lancia di Rebecca incrociarsi, la lancia si spezzò
Louis ricominciò a fuggire per raggiungerci, ma Rebecca raccolse la punta della
lancia da terra e colpì violentemente più volte Louis alle spalle. Non appena ci
voltammo, le uniche cose che apparvero davanti ai nostri occhi furono il corpo
di Louis disteso per terra e Rebecca dietro di lui. Con il cuore in gola
continuammo a fuggire e riuscimmo a raggiungere Iseo. Ciò purtroppo non bastò a
fermare l’ira di Rebecca. Jasmine, ormai gravemente ferita da scontri
precedenti si diresse assieme a me verso il lago d’Iseo dove era pronta una
barca per fuggire. Mi fece salire in fretta sulla barca. Mentre tentava di
raggiungermi vide alle sue spalle Rebecca e a quel punto mi disse con le
lacrime agli occhi: - Tieni il mio arco e i “guanti” che avevamo progettato per
te e scappa-. Io, le chiesi piangendo: - Vieni anche tu, ce la possiamo fare!
-. Allora mi rispose spingendo via la barca: - No, devi guadagnare tempo! -Mentre
mi allontanavo con la barca vidi Rebecca e Jasmine combattere. Entrambe caddero
a terra stremate, ma l’unica a rialzarsi a fatica fu Rebecca. Accanto a lei
giaceva il corpo di Jasmine. Udii le sue ultime parole: - Vai a capovolgere il
mondo, Marco, io e Louis veglieremo su di te dall’alto- urlò Jasmine prima di
lasciare anche lei questo orribile mondo corrotto- disse Marco in lacrime.
-Scusami-
rispose piangendo tristemente Sofia- non volevo riportarti alla mente questi
brutti ricordi.
-No, hai
fatto bene, mi hai fatto ricordare che devo continuare ciò che avevamo
cominciato assieme. Quel giorno se ne andarono da questo mondo due persone
fantastiche, Louis, un ragazzo di ventisei anni alto, robusto, con i capelli e
gli occhi castani, e Jasmine, una ragazza bionda, coi capelli lunghi, gli occhi
azzurri alta e con un cuore grande. – disse Marco- se io oggi sono qui è solo
grazie a loro ed ora porterò a termine la loro volontà. – Sofia- disse a gran
voce- mi aiuterai? –
-Lo farò con vero piacere! – rispose ancora con le
lacrime in volto.